Sabato mattina

Carissime/i
eccomi qua in un sabato mattina soleggiato e credo anche caldo, in attesa di iniziare il ciclo del farmaco che prepara al rientro, speriamo in grande stile, delle staminali previsto per lunedi.

I temi della giornata di ieri sono stati: a) la bontà o meno del comportamento informativo dei medici nei confronti dei pazienti; b) il rischio di “etichettatura” legato alla diagnosi di di una malattia grave nel futuro di una persona.
Entrambi temi che merireterebbero un blog di per sè ma che provo a riassumere.
Il mio vicino – al secondo ciclo per un lymphoma di Burkitt – comincia a soffrire della scarsa info che riceve e soprattutto della info non coordinata dalle diverse figure professionali che girano per il reparto (medici, infermieri, ecc). Per me è stato andare a nozze su questo argomento e abbiamo intavolato interessanti riflessioni di empowemnet midollesco.

La seconda questione riguarda sempre un dialogo con il mio vicino e che sostiene di avere sentore che vogliano ridimensionare il suo ruolo in azienda, ergo massima vigilanza sulla pubblicità rispetto alla diagnosi. Argomento delicatissimo e forse più “peso” in altri paesi del mondo ma pesante culturalmente e praticamente anche da noi, I believe.
Su questo il dialogo tra noi è complicato ed e ovviamente piu delicato anche perchè nel caso della “corretta comunicazione della diagnosi” lui mi riconosce piu autorità.

Beh scusate ma ora mi chiamano per l’infusione e …..me tocca d’annà…
a dopo e se intanto avete commenti they are welcome

alex

9 commenti

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9 risposte a “Sabato mattina

  1. elisa

    carissimo Ale,
    ci volevi tu/voi a farmi scrivere qualcosa in un blog. questo poi mi è particolarmente gradito per varie ragioni che non elenco (rischio melassa evitato).
    Sto sviluppando anch’ io ragionamenti e riflessioni su informazioni sanitarie, prendersi cura e curare, EBM ecc… in veste di paziente poichè mi sono operata ad un ginocchio per banale, quanto comune, rottura del legamento crociato. Dopo l’intervento chirurgico e quanto ne consegue, sto sperimentando la riabilitazione, la temporanea disabilità ecc…..
    Punto di vista assai interessante per chi è abituato a riabilitare gli altri! Suggerisco che si dovrebbero prevedere corsi formativi in cui l’aspirante terapista, medico, infermiere, si trovi ad essere dall’altra parte.
    Una volta ho fatto fare un’esercitazione alle allieve terapiste ma è stata solo una prova di cui poi mi sono dimenticata. eppoi andrebbe fatto un corso residenziale, non solo un’ora di lezione!
    E’ molto istruttivo, non si finisce mai di imparare e vengono tante idee…….
    Passando alla politica: sto incrociando le dita già da diversi giorni per questa domenica 15 maggio, riprovando a sperare ed a crederci per l’ennesima volta!
    Incrociamo le dita per tutto, ti mandiamo un abbraccio speciale ed un bacio con schiocco su entrambe le guance
    elisa, mario, pietro

  2. sara

    Ciao Ale, certo che non ci lasci mai a bocca asciutta in nessuna occasione!
    Bei temi, si fa per dire e, come dire, di non facile trattazione.
    Certo che in tutti questi anni (33 dalla laurea!) per noi che siamo in prima linea con i pazienti il pensiero a come fare ma soprattutto a come essere è costante.
    Sappiamo tutti che nessuno ci ha formato alla relazione in una professione che di suo è una relazione di aiuto; è sconfortante però pensare che ancora ad oggi camminiamo sulle sabbie mobili. Ma oggi il fenomeno è forse più evidente grazie al problema della medicina difensiva per cui da una parte mostriamo uno zelo encomiabile nel consenso informato, dall’altra una volta “consensualizzato” il paziente, non sappiamo più come gestire il suo sguardo, e non solo, basito e terrorizzato per cui nel migliore dei casi ci diamo alla fuga!
    L’argomento èquipe poi………………..
    E su questo terreno l’EBM a te e a tutti noi cara, non viene per sua costituzione in aiuto. Tu sai che io sono tra coloro che il tuo capo tanto poco apprezza, ma forse uno sguardo un filo più olistico a chi abbiamo davanti, un approccio anche empatico che comporta inevitabilmente una disponibilità ed un coinvolgimento decisamente maggiori rispetto al mero aspetto professionale, potrebbero costituire quel ponte tra medico e paziente che è parte integrante della terapia.
    Mi fermo qui perchè mi conosco e rischio di diventare prolissa e noiosa; tu occupati delle tua celluline magiche, io ti penserò a modo mio e poi, quando ti sblinderanno, giuro che abbandono il tuo amico mostro e vengo a trovarvi a Bologna se vi fa piacere.
    Un abbraccione
    sara

  3. Valentina

    Non avevo ancora dato il mio contributo a questo meraviglioso blog e, rimanendo in tema di conversazioni da intraprendere, in questo momento mi piacerebbe intavolarne una con i miei vicini milanisti che hanno trascorso gli ultimi due giorni a prepararsi per la festa di questa sera senza mai parlare d’altro.
    …Sicuramente sono molto più ineteressanti i temi proposti da te Alessandro.
    Non mi resta che aspettare altre tue buone nuove…

  4. Graziella

    ieri sera sono stata in piazza Duomo alla chiusura con Pisapia e il concerto di vecchioni. La piazza e galleria erano gremite di persone, anche molti giovani. E’ stato emozionante come molti anni fa, non si vedeva così da molti anni a Milano. speriamo che sia buon presagio.
    Quanto agli ospedali italiani non sono così male come sembra scrivere “senza tituli” , non credo proprio siano peggiori degli altri ospedali europei e neppure i medici.
    Quanto al fatto che i medici non siano all’altezza delle attese di informazione dei pazienti, anche per questo non generalizzarei troppo. Tra le diverse componenti causali, vorrei ricordare le ben note e numerosissime “aree grigie” e le “incertezze” a volte anche “umane” di u medico.
    Ovviamente è facile sparare a zero sulla incapacità dei medici a informare, ma la questione andrebbe analizzata a fondo, in tutte le componenti.
    Comunque quello che racconta Marina è certamente triste, anche perchè capita spesso. Si potrebbe “rompere di più le scatole” ai medici pretendendo da loro almeno chiarezza di cosa uno deve fare a casa.
    ciao a tutti

  5. Luca

    Ciao Ale, altre notizie da Roma.
    Nessuno sgomitato da riportare a casa, giusto mio padre da far arrivare in terrazzo: impresa non banale, ma oggi fa 82 anni e lo festeggiamo tra figli e nipoti. Mentre prepariamo la cena gufiamo i cugini laziali.
    La cosa che piu’ trovo assurda e’ la “comunicazione disuguale” non tanto tra curante e “curato” ma tra i medici e medici e infermieri. Niente di piu’ disorientante per l’im-paziente.
    Incredibile anche sentire dei timori del tuo vicino, preoccupato dell’impatto della malattia sul suo lavoro. Sono comportamenti che danneggiano le aziende almeno quanto i lavoratori… E’ davvero pazzesco, ma siamo nel paese dove gli industriali applaudono i manager Thyssen (che lasciano l’Italia con tutta la baracca…) mah…
    Un abbraccio forte e… e’ arrivato mio padre, un abbraccio anche dal vecio…

  6. Senza tituli....

    Caro
    vedo che come solito non riesci a stare ‘ tranquillo’!!!!
    Latest from home of football !!! Double whammy today Man City 1-0 FA Cup – Man Utd 19th time League Champs – oh to be in Manchester tonight !!! Prefer to talk about football you know I’m not very Italian-friendly these days so won’t even get into discussion on Italian hospitals ……..
    Un abbraccio forte a le tue sante donne !!!! And stop messing around and get better!!!! xxxxxxxxx

  7. Marina

    Ciao Alessandro,
    sono riuscita a portare lo sgomitato a casa a forza (le dimissioni con 37.5 di febbre non sono previste) con la seguente raccomandazione: abbiamo fatto la profilassi antibiotica prevista in questo caso, però se la febbre dovesse persistere continui pure con l’antibiotico per altri 3 giorni, poi sarebbe previsto anche un gastroprotettore ma faccia lei e infine la profilassi antitrombotica nei minori di 14 anni forse non è indicata. Morale, la lettera di dimissione contiene tutte e tre le indicazioni, ma essendo io “medico” forse posso non seguire nessuna delle tre… a proposito di informazione, EBM ed equità dell’assistenza sanitaria. Sarà per un certo disappunto che ho scordato la lettera di dimissione in ospedale e ci hanno appena telefonato per dirci di andarla a prendere…madre smidollata!!
    Politically speaking, nel Lazio come sai si vota nella terra di “canale mussolini” e pennacchi ne è protagonista vorrei che i bolognesi avessero un pensiero di solidarietà per i miei due amici “comunisti” di Sabaudia che non hanno MAI vinto un elezione amministrativa (infatti sono gli unici due…di tutta sabaudia…)

  8. roberto satolli

    Non ho capito se dopo l’infusione potrai continuare il dibattito con il vicino, che immagino abbastanza giovane, o se ti tocchera’ anche stare in isolamento in attesa delle magiche staminali. Comunque mi sembra di capire che conti in ogni caso di tornare al blog.
    Quanto ai temi, l’informazione è così vistosamente necessaria come il pane e carente da costituire un paradosso, di cui forse ci sfugge qualcosa. Ci deve essere una ragione più forte che non l’impreparazione, la mancanza di tempo, l’improvvisazione ecc per spiegarlo. Sono trent’anni ch ci ragiono su e ancora non mi è chiaro.
    Un abbraccio, Robn

  9. Mao

    Ciao Ale,

    Cronaca di ieri sera da Piazza Grande!

    Buona presenza di partecipanti ma i “bolognesi” mi dicono che Piazza Grande ha visto ben altro!
    Anche gli interventi, Bersani un pochino sopra gli altri, mi sono parsi abbastanza solidi e comunicativi: ma anche qui, la valutazione dei bolognesi, era discorde.
    Significativa la presenza di Prodi sul palco che si è speso abbastanza x “l’amico Virginio”, che certamente sarà Sindaco al primo turno e che dovrà comportarsi come un buon “parroco” con le sue “pecorelle” in quella che è, in una visione internazionale (il riferimento era principalmente alla Cina), il “Condominio Bologna”, con i suoi 380.000 abitanti.
    “Non abbiate paura!” ha concluso, parafrasando Giovanni Paolo II°: di indignarsi, di scegliere e governare, di aprirsi al mondo.
    Errani, Merola, Bersani: Bologna deve ripartire verso il cammino che l’ha resa cuore centrale della democrazia italiana.
    Vergassola è stato molto divertente. Sparando battute, ha guardato in faccia Prodi e poi Bersani, dicendogli: “caspita, questa l’ha capita anche Prodi!”. E’ venuta giù la piazza….
    Ci sono stati anche due malori sotto il palco, con tanto di intervento di barelle e ambulanza, tanto per non farsi mancare niente.

    Tutto sommato una bella serata anche se era palpabile ls presenza del “convitato di pietra Del Bono” ed anche una certa preoccupazione sull’esito finale del voto!

    Speriamo di festeggiare lunedì con Torino e Bologna e al prossimo turno con Milano e Napoli.

    Ciao e a presto, Mao

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